Alla
fine degli anni ‘30 , visto il rapido e grande successo avuto dalle prime
realizzazioni di automotrici, le Ferrovie dello Stato decisero di passare ad un
nuovo modello di automotrice “unificata” da realizzare su larga scala e che
sapesse al tempo stesso unificare gli aspetti migliori delle prime realizzazioni
sperimentali con l’esigenza di avere un veicolo con caratteristiche
maggiormente ferroviarie e con un livello di comfort adatto anche all’impiego
su servizi a medio raggio.
Ripresero così un progetto proposto dalla OM di
Milano con i prototipi ALn 72 il quale, rivisto dalla Fiat nella parte estetica,
diede vita alle ALn 772. Nonostante queste macchine abbiano visto la luce in uno
dei periodi più tragici della nostra storia (la prima ALn 772 uscì di fabbrica
nel febbraio del 1940), tanto e tale fu il successo che la loro produzione
continuò anche dopo la guerra fino al 1957: in pratica, si continuarono a
produrre ALn 772 anche quando erano già nate le automotrici di “terza
generazione”, ALn 880 e ALn 990, e si interruppe la produzione solo con la
nascita delle ALn 773.
Le ALn 772 vennero realizzate in
ben 319 esemplari suddivisi in cinque serie diverse, una Fiat (100 unità) e
quattro OM (219 unità).
Dalle automotrici precedenti le ALn 772 riprendevano la
filosofia che prevedeva i motori ed i radiatori piazzati nelle testate
(soluzione discutibile per un mezzo ferroviario), ma con alcune importanti novità:
a) il motore non era più appoggiato sul carrello ma bensì sospeso integralmente alla cassa, con indubbi benefici sull’affidabilità e sulla qualità di marcia del mezzo;
b) per la prima volta si decideva l’impiego del cambio idraulico al posto del classico cambio meccanico;
c) il carrello assumeva un aspetto definitivamente ferroviario, con boccole esterne, sospensione primaria ad elica e bovolo e sospensione secondaria a balestra, tutte caratteristiche volte ad ottenere una maggiore qualità di marcia dell’automotrice (dal progetto di questo carrello verrà in seguito realizzato il “tipo 27” per le carrozze).
La
coloritura esteriore prendeva l’Isabella per la cassa, con banda inferiore,
telaio e porte in bruno, ed una fascia rossa sulle testate all’altezza dei
respingenti (introdotta alcuni anni dopo l’uscita delle macchine), mentre la
linea proponeva un profilo slanciato e gradevole.
Come già detto, le ALn 772
entrarono in servizio in concomitanza con l’entrata in guerra dell’Italia
(la serie Fiat e le prime due serie OM vennero realizzate tra il 1940 ed il
1943), e non ebbero modo quindi di esprimere immediatamente le loro doti. Molte
macchine finirono direttamente accantonate appena uscite di fabbrica e gran
parte di esse rimase più o meno seriamente danneggiata dagli eventi bellici
(tanto che alcune unità andarono completamente distrutte senza aver mai preso
servizio).
Con la ripresa dell'attività ferroviaria le ALn 772 si imposero ben presto come
l’automotrice più rappresentativa ed apprezzata delle FS, sia grazie alla
loro diffusione (furono presenti ovunque, dalle Alpi alla Sicilia) ma
soprattutto grazie alle indiscusse doti di elasticità di marcia, maneggevolezza
e comfort, qualità queste che permettevano di espletare con successo qualsiasi
tipo di relazione, dal locale al rapido.
Mantennero una loro “leadership”
fino alla prima metà degli anni sessanta, quando l’avvento delle ALn 773 e
delle ALn 668 in massa ne decretarono il confinamento a servizi quasi
esclusivamente locali. Ma anche qui, nonostante qualche piccolo problema
derivante dal cambio idraulico (che, per sua struttura, è molto più sensibile
alle condizioni di lavoro tipiche dei servizi locali, caratterizzati da una
marcia con frequenti soste e conseguenti riavvii), operarono sempre al meglio,
tanto da mantenere sempre alto sia il consenso dell’utenza che quello del
personale di macchina.
Il declino definitivo arrivò nel 1981 quando,
contemporaneamente alla massiccia immissione in servizio delle ultime
generazioni di ALn 668, venne decretata la sospensione delle riparazioni
cicliche del gruppo. Le ultime due unità in servizio, la 3247 e la 3326 del
deposito di Novara, che ancora durante l’inverno ‘85/’86 venivano
utilizzate regolarmente sulla Novara - Varallo, chiusero la loro carriera il 12
aprile 1986, quando con un ordine di servizio ne veniva decretato
l’accantonamento.
Per anni lunghe file di automotrici sono rimaste accantonate
ad aspettare il loro inevitabile destino, senza che peraltro si pensasse al
mantenimento di almeno qualcuna di queste in ordine di marcia per treni storici.
Si sono salvate solamente la 3375, esposta al Museo Ferroviario Nazionale di
Pietrarsa, e la 1033, che risulta a disposizione del Museo Ferroviario
Piemontese (ma che il disinteresse e la noncuranza dell’MFP hanno ridotta ad
uno stato pietoso, nonostante fino ad alcuni anni fa l’automotrice fosse
ancora efficiente) oltre ad altre 3 trasformate in monumenti.
Da qualche tempo sono ritornate a
circolare voci che vorrebbero il ripristino di alcune unità da destinare
all’effettuazione di treni storici, ma ancora nulla si è visto in proposito.
Nell’attesa che le FS si decidano a fare qualcosa prima che sia veramente
troppo tardi, l’unica consolazione rimane la ALn 772 delle Ferrovie Padane,
mantenuta efficiente per treni d’agenzia.
Ripartizione delle ALn 772:
Caratteristiche tecniche principali delle ALn 772:
Apparato motore: 2 motori OM-BXD 6 cilindri in linea, aspirato, iniezione diretta, cilindrata 14.330cc, 110 kW a 1.500 giri; cambio idraulico OM-SRM-DF 1,15 (le macchine di 4ª serie sono equipaggiate con motori OM-BXD-54 che differiscono dall’originale per una diversa pompa di alimentazione).
ALn 772.3400
presso il DL di Venezia Mestre il 13 maggio 1998 Foto Ciro Vitiello
ALn 772.3407
presso il DL di Venezia Mestre il 27 settembre 1998 Foto Ciro Vitiello
ALn 772.3420
presso il DL di Venezia Mestre il 27 settembre 1998 Foto Ciro VitielloALn 772.3244 monumento presso un bar ad Assemini (CA)
ALn 772.3261 monumento presso un bar ad Assemini (CA)
ALn 772.3265 esposta in stazione a Cagliari con il solo restauro esteriore
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